acqueterre

Home » Album »  Il giardino segreto di Ines e Lelio

 Il giardino segreto di Ines e Lelio

di Laura Montanari

Giardino segreto? …come non ricordare il romanzo letto e riletto nella prima adolescenza, dove un giardino incantevole si svela alla vista di Mary, che, chiave in mano, si intrufola nel suo misterioso abbandono?

Le alte mura che lo circondavano erano ricoperte da rami spogli di rose rampicanti, talmente fitti da formare come un groviglio… Il terreno era tutto ricoperto di erba resa scura dalla stagione invernale, da cui spuntavano gruppi di cespugli che dovevano sicuramente essere di rose, se erano ancora vivi. Alcuni di quei cespugli avevano talmente allungato i loro rami da sembrare veri e propri alberelli, anche se non troppo alti. Vi erano anche altri alberi nel giardino, ma la cosa più affascinante e singolare era che le rose rampicanti vi si erano aggrappate formando aerei intrecci ondeggianti tra un ramo e l’altro, come meravigliosi ponti sospesi nell’aria…”

Un bel giardino è una creatura viva, ha bisogno di aria, di luce, di nutrimento, di cure. È anche un’opera d’arte, che si genera dall’ispirazione, dalla creatività, dalla passione di chi gli dà vita. E dunque come tale ogni bel giardino ha una sua identità estetica, e anche, direi, una vocazione a mostrarsi agli altri perché colgano e apprezzino il canone della sua bellezza. Ben venga dunque la manifestazione “GIARDINI SEGRETI”, giardini privati, frutto del lavoro e della passione dei proprietari, che da anni nel territorio ravennate si aprono a curiosi, esperti, amanti del verde e dei fiori, per farsi conoscere e ammirare.

Oggi, domenica 19 maggio, sono andata in visita al giardino di Ines e Lelio Suprani, a Roncalceci. Non era la prima volta che andavo, ma di nuovo, abbracciando con lo sguardo il tutto, e poi singoli alberi, arbusti, piante, fiori… rose e rose, mi sono inebriata di bellezza, di colori, di profumi. Appagati gli occhi e lo spirito, che si acquieta, si armonizza con il genius loci. È un piacere osservare l’imponenza degli alberi, ippocastani, querce, pioppi, aceri, che sgranchiscono verso l’alto rami contorti e diffondono frescura con le loro fronde rigogliose. Passeggiare lungo un corridoio centrale tappezzato di un verde manto erboso, tra pareti di rosai multicolori, espansi a ombrello, a fontana, o arditamente arrampicati sui tronchi e rami degli alberi…mi sembra un incedere regale. Scopro sconosciuti papaveri, con fitti petali rosati, che si ergono superbi su un letto di umili papaveri campestri, mai viste piante di salvia con fiorellini rossi incappucciati di bianco, clematidi violacee che si avvinghiano verso l’alto. Bellezza e bontà! Alberi che già danno promesse dei frutti, fichi, ciliegie, perine… Come non godere di questa fastosità della natura? come non sentirsi sereni, protetti dai rumori, dalla confusione del mondo di fuori?  Confido a Ines questo mio sentire, e lei, onestamente, dice che sì, è un previlegio vivere la quotidianità in un giardino, ma che c’è poco tempo per il godimento estetico, per fermarsi a interiorizzare tanta bellezza: c’è continuamente da lavorare, si va in giardino con zappetta e cesoie, c’è sempre qualcosa da fare, da estirpare, da piantare. Riconosco che l’impegno è effettivamente oneroso, nella normalità, ma è quasi incredibile lo sforzo, la tenacia di Ines e Lelio che hanno reso possibile la rinascita del giardino dopo l’alluvione dello scorso anno, che lo ha sommerso con un metro e mezzo di acqua.

Altrettanto sorprendente è stato sapere che la creazione del giardino, oggi così vigoroso, esuberante, risale a neanche trenta anni fa, sorta dal nulla, o piuttosto dalle ceneri di un vasto campo di erba medica. Quanto possono fare la passione, la competenza, il lavoro a servizio della natura!


Lascia un commento